Si continua a parlare dell’unificazione di Imu e Tasi. A quanto pare, il governo è intenzionato a far nascere la nuova tassa unica sulla casa in chiave antievasione.
Come sottolineato da Il Sole 24 Ore, con la nuova tassa unica sulla casa infatti ci sarebbe la semplificazione delle aliquote, con la possibilità di far partire il modello precompilato da spedire ai contribuenti. Secondo il Rapporto sull’evasione fiscale allegato all’ultima Nadef, in questo modo dovrebbe essere riassorbita la parte più superficiale del tax gap sull’imposta immobiliare pari a 5,1 miliardi.
Ad oggi, la somma di Imu e Tasi può arrivare al 10,6 per mille, tranne che nei Comuni ai quali da quattro anni è stato consentito di applicare una super Tasi aggiuntiva fino allo 0,8 per mille. In tali casi la doppia tassa sulla casa può arrivare fino all’11,4 per mille.
Ci si domanda, dunque, quale potrebbe essere il tetto della nuova Imu. L’idea sembra quella di mantenere il limite dell’imposta unica al 10,6 per mille. Per compensare però i 300 Comuni dove la Tasi è maggiorata servono circa 280 milioni.
Importante obiettivo dell’unificazione di Imu e Tasi è la semplificazione. Con la nuova tassa unica sulla casa, infatti, non solo si direbbe addio alla doppia tassazione sull’immobile, ma si metterebbe un tetto certo alle aliquote. Secondo le ipotesi finora allo studio, i Comuni avrebbero la libertà di diversificare il trattamento all’interno di una rigida griglia di casi con la conseguente riduzione delle possibili variabili.
Un altro punto su cui fare leva è rappresentato dai controlli e dall’efficacia della riscossione. In questo ambito, come evidenziato da Il Sole 24 Ore, entra in gioco la riforma della riscossione locale, che punta a offrire agli enti locali poteri analoghi a quelli oggi assegnati all’agente nazionale per i tributi erariali. C’è poi l’accertamento esecutivo sui tributi locali, un potenziamento nell’accesso alle banche dati e un tetto agli aggi.